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Lettera ad una prof al tempo del covid

Aggiornamento: 4 mag 2020

Giunge da Forlì questa bellissima lettera che Federica, un'alunna di II media, scrive alla sua prof. di Italiano. Grazie Federica per aver condiviso le tue riflessioni.


Carissima Professoressa,

in questi ultimi tempi ho ripensato alla scuola e all’enorme vuoto che ha creato nella mia vita il fatto di non poterci andare per un periodo così lungo. Fino a circa un mese fa non avrei mai pensato di poter affermare una cosa del genere!

Molte volte le persone credono che la scuola sia noiosa e del tutto inutile. Forse questo è un po’ esagerato! Non nascondo però che anche io, quando siamo vicini alle vacanze, non sia affatto dispiaciuta! Soprattutto quando devo affrontare argomenti difficili o per me poco interessanti vedo la scuola come un obbligo e la ritengo anche molto monotona. In questi giorni, però, ho capito la fortuna che ho a frequentare la seconda media. Mi sono resa conto che non bisogna dire che la scuola è noiosa perché non lo è affatto! Faccio questa affermazione perché ho capito che non serve solo per studiare! Serve per creare delle amicizie, è piena di momenti divertenti, come i progetti e le uscite, e ogni lezione ci insegna qualcosa che ci può sempre tornare utile per il nostro futuro ed in grado per aumentare le nostre conoscenze.

Quando ero piccola mi facevo sempre una domanda: “Che cosa farei se non ci fosse la scuola?”. Ora, finalmente posso rispondermi…mi alzo più tardi, riesco a guardare la televisione e ad “usare” il cellulare!

Ora però mi chiedo un’altra cosa: “Che cosa facevo quando andavo a scuola?”. Dunque…mi alzavo molto presto, non avevo tempo di prendere in mano il cellulare neanche per cinque minuti al giorno e studiavo di più!

Rispondendo a queste due domande sembra che sia più bello stare a casa! Però non bisogna guardare solo gli aspetti negativi! Ce ne sono tanti positivi! Quando andavo a scuola vedevo tutti i giorni i miei amici, imparavo cose nuove, potevo mettere a confronto il mio pensiero con quello dei miei coetanei e dei miei professori e, riflettendo attentamente, gli argomenti che studiavo erano per la maggior parte interessanti. Mi rendo conto che tutte queste cose sono sicuramente molto più importati del fatto di dormire di più o di “giocare” con il cellulare. Per questo ho deciso di fare un patto con me stessa. Se è vero che i primi di giorni di “vacanza forzata” li ho passati a poltrire sul divano avendo come unico obiettivo quello di riposarmi (ero anche sfinita perché avevo avuto la febbre altissima la settimana precedente), ora, ho deciso di tornare ad impegnarmi come quando c’erano le lezioni, allenando la mia mente con lo studio ed il mio corpo, per quanto possibile, con l’attività fisica. Il mio obiettivo è quello di riposarmi un po’ cercando di non sprecare questo tempo di “riposo obbligatorio”. Se durante l’anno scolastico sono abituata ad allenarmi a pallavolo cinque volte alla settimana, a frequentare un corso di inglese ed uno di violino ora la mia vita è “vuota” e piena di tempo che non si può sprecare! Sarebbe da stupidi! Ho l’opportunità e il doverlo di sfruttarlo nel migliore dei modi per non annientare il lavoro e il sacrificio fatto nella prima parte dell’anno scolastico e per continuare ad imparare e a crescere! Questo periodo mi ha dato anche la possibilità di fare cose a cui, durante la scuola, non posso nemmeno pensare. Ho tempo di fare le torte con la mamma, le videochiamate con i miei amici, leggere libri con la massima tranquillità.

Ecco Prof., le ho raccontato come trascorro le mie giornate a casa senza aver puntualizzato che, comunque, quando tornerò a scuola per me sarà un momento di gioia enorme anche perché vorrà dire che la situazione dell’Italia legata al coranavirus si sarà normalizzata.

Non vedo l’ora di riabbracciare lei e i miei compagni, gesto che fino a poco tempo fa mi sembrava molto scontato e a cui non davo l’immenso valore che ha!

Con affetto

Federica











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